concorsi

PASS – alloggi sociali

2010 – Roma

Concorso di idee – riqualificazione di edifici ATER nel quartiere Tiburtino III

con arch. Tecla Mattioni, arch. Fabio Passon, ing. Silvano Iacomella, ing. Roberto Pavoni


 

Il tema degli alloggi, centrale e motivo ispiratore dell’intervento, riveste un’importanza imprescindibile ma rientra inevitabilmente all’interno di un discorso più ampio di riorganizzazione generale della mobilità (pedonale, ciclabile e veicolare), della definizione di spazi verdi-pavimentati e di un generale “make up” estetico/energetico delle facciate. È quindi la causa, grazie alla possibilità di aumentare la volumetria introdotta da recenti normative, che porta a conseguenze che influiscono su tutta l’area. Si è cercato, tramite un continuo salto di scala, dal particolare alla planimetria al 500, di immaginarsi un intervento omogeneo, leggibile nella sua interezza a differenti livelli. Le residenze al pian terreno, in copertura e nelle corti parlano un lessico comune con tutti gli altri nuovi elementi introdotti nelle facciate e nella riorganizzazione degli spazi aperti.

IL RIDISEGNO DELLA QUOTA 0 Si è deciso di compattare al massimo le aree deputate ad ospitare le auto, evitando il più possibile promiscuità tra le aree di sosta e la mobilità pedonale. Si sono creati quindi dei veri e propri “serbatoi/contenitori” di automobili, localizzati in quelle che attualmente vengono identificate come piazze: piazza Brahms e Borodin. La ridefinizione della larghezza delle corsie (4,5 metri), la disposizione dei parcheggi ruotati di 45° e la creazione di un anello a senso unico permettono un incremento del numero dei posti auto e rallentano la velocità di percorrenza, lasciando inalterati gli accessi alle rampe dei garage interrati. Dove non era possibile eliminare i posti auto si è voluto almeno nasconderli alla vista attraverso dei mascheramenti verdi con rampicanti. Il quartiere Tiburtino III nel corso degli anni è stato lentamente inglobato dalla città ed ora, a differenza di quanto avveniva negli anni dell’insediamento, risulta ben collegato dal punto di vista viario (rientra all’interno del Grande Raccordo Anulare) e dai mezzi pubblici, quali la metropolitana. Essa infatti, data la sua posizione, risulta essere punto strategico per la mobilità futura, ma anche attuale, dei residenti del quartiere. La fermata della metropolitana risulta essere “il punto d’accesso” al quartiere. L’anonimato imperante attuale, le rampe e gli ampi spazi interrati non coperti, non chiaramente definititi, sono stati sostituiti da elementi che individuino e segnalino l’ingresso, andando inoltre a nascondere, sempre con la tecnica del mascheramento verde, gli spazi “non significanti”. Nella testa nord dell’edificio 2A, al pian terreno, viene inserito un elemento che riprende nelle fattezze gli alloggi inseriti al pian rialzato ed in copertura. Questi nuovi alloggi, sono pensati come dei “tubi” a sezione rettangolare inseriti nella maglia strutturale al pian rialzato o appoggiati, con leggerezza, sulla copertura. L’ingresso al quartiere quindi è dominato da questo elemento e dalla sua proiezione nello spazio pavimentato antistante, a quota strada. Data la dimensione del quartiere in termini di superficie e al numero di alloggi totali insediati (in futuro quasi 600), si è deciso di inserire qui un vero e proprio info point che verrà gestito dagli abitanti del quartiere (perlopiù quelli in pensione). A completamento del discorso sulla mobilità all’interno del quartiere riveste grande importanza il segno rosso, il percorso che si sviluppa sinuoso da nord a sud. L’inserimento di questo nuovo tracciato si connota come elemento di rottura nella rigida impostazione planimetrica degli edifici. Il percorso che si snoda lungo il quartiere, sale con pendenze dolci (minori dell’8%), si porta in quota degli ingressi, “taglia” il porticato, si dilata e si contrae, per poi ridiscendere. Oltre 600 metri di filo che riannoda, crea legami fisici e non solo, che collega tutto e tutti: gli edifici nelle corti, la “palestra nel verde”, tutti i piani rialzati degli edifici dove trovan posto anche i nuovi servizi.

I NUOVI ALLOGGI L’esigenza di isolare in modo adeguato i nuovi alloggi, ed in genere tutto l’edificio, ha richiesto che nello studio si tenesse in grande considerazione l’eliminazione di tutti i ponti termici. Tale necessità ha fatto sì che si pensasse ad una soluzione differente dal classico tamponamento tra un pilastro e l’altro. L’utilizzo di pannelli prefabbricati in legno, con due strati di isolante con nel mezzo 3 pannelli di abete delle spessore ognuno di 3,2 cm con le fibre incrociate, ha permesso di contenere gli spessori (inferiore ai 22 cm), il peso, ma soprattutto di garantire una trasmittanza totale inferiore a 0,3 W/m2K ed uno sfasamento dell’onda termica superiore alle 12 ore. Si è quindi lavorato, nello specifico negli alloggi posti al piano rialzato, mediante l’inserimento di queste pareti che, affiancano i pilastri ma da questi sono staccate, evitando ponti termici e conferendo alla pianta ma soprattutto al prospetto una particolare caratteristica. Infatti si è voluto enfatizzare, arretrando la parte vetrata, tali inserimenti che risultano ben leggibili anche in prospetto e che fanno sembrare gli alloggi dei “tubi” inseriti all’interno. Tale scelta, che nasce da esigenze tecniche, diventa elemento architettonico distintivo del progetto che si ripresenterà in modo similare sia sulla copertura, dove “l’elemento tubolare” si legge ancor più chiaramente, sia sulle serre solari degli edifici esistenti ma soprattutto nelle corti, dove il concetto si esplicita ai massimi livelli. Sul tetto sono presenti, come sul piano rialzato, una serie di funzioni “pubbliche” che verranno mantenute come tali ed anzi verrà lasciato uno spazio del lastrico solare libero come playground. Verranno altresì posizionati sulle coperture di questi spazi pannelli solari che andranno ad integrare gli impianti di riscaldamento e produzione acqua sanitaria introdotti con l’intervento. Gli alloggi in copertura, a differenza di quelli del piano rialzato, non soffrono delle problematiche relative ai pilastri cruciformi. Qui gli spazi sono più liberi, meno vincolati. La più piccola unità tipo, presenta oltre alle terrazze sui due lati degli affacci, anche uno spazio “a patio”, giardino privato sul quale affacciano gli spazi giorno della casa. Questo spazio arricchisce la qualità degli spazi interni poiché su questo, completamente vetrato, si affacciano sia la cucina che il soggiorno rendendo visivamente, ma in parte anche fisicamente un tutt’uno.

UNA NUOVA PELLE PER GLI EDIFICI ESISTENTI La necessità di correggere il comportamento termico dell’edificio, ma anche la volontà di dare una nuova veste agli edifici ha portato alla esigenza di realizzare una facciata ventilata. Tale facciata oltre a presentare un generoso strato di isolante presenta un rivestimento in HPL, laminato plastico ad alta pressione, facilmente posabile, leggero e dalla semplice manutenzione. A differenza dell’aspetto attuale delle facciate, scandite da elementi verticali, si è deciso di inserire pannelli orizzontali, a grandi elementi, dividendo in fasce il prospetto. Tale soluzione unitamente alle nuove serre solari (per i prospetti con esposizione prevalente a sud), e ai nuovi alloggi inseriti al piano terra ed in copertura caratterizza la facciata. Infatti ad un basamento per lo più scuro (le cantine ed i vani tecnici) si contrappone la facciata ventilata bianca che parte dal primo piano. La facciata ventilata non attaccandosi a terra, ma risvoltando solo con l’isolante sul solaio ove il piano rialzato rimane “a portico”, non rischia di essere danneggiata. Nei prospetti ad ovest invece si è deciso di utilizzare pannelli scorrevoli per attenuare il caldo sole dell’ovest che imbatte sulle terrazze. Si è invece fatta una scelta diversa per le terrazze esposte a sud. Qui sono state introdotte delle serre solari, aggettanti di ulteriori 30 cm rispetto al filo della nuova facciata, caratterizzate da una cornice colorata che le rende elemento distintivo della facciata. La loro apertura d’estate, e chiusura d’inverno, permette la regolazione del clima all’interno all’appartamento.

GLI EDIFICI NELLE CORTI È qui che sorgono le nuove volumetrie, è qui che si creano gli spazi per i servizi, è qui che quanto accennato, viene chiarito in forma palese. È qui che gli elementi residenziali, i “tubi”, si apprezzano e si rendono palesi. Lo spazio aperto delle corti si organizza a fasce, riprendendo la scansione verticale del prospetto EST degli edifici 4B e 9B. Queste fasce, di larghezza diversa, vengono rivestite con materiali diversi quali l’erba, cespugli vari, ciottoli, sabbia, un velo d’acqua, cemento, alternandosi ed organizzando gli spazi. Il volume del piano terra, di colore scuro, si presenta,alla vista chiuso, per chi arriva nelle corti, ma risulta tagliato da percorsi che lo squarciano facendo vedere lo spazio aperto nel mezzo. Una corte, nella corte. Uno spazio protetto dove tutti i servizi si affacciano. Cuore pulsante e vitale. Sopra questi trovano posto 4 alloggi (per ogni corte) nei due elementi “tubolari”. A completamento di ciò poi una buona parte della copertura degli spazi adibiti a servizi, presenta una tetto giardino che oltre a diventare spazio fruibile dagli abitanti, risulta essere la miglior soluzione come isolamento sia termico che acustico. Tutto ciò va a caratterizzare in modo deciso il disegno complessivo dell’area, di quello che risulta essere, per gli abitanti degli edifici intorno alla corte (edifici a 5 piani, molto più alti), un vero e proprio quinto prospetto. Fasce orizzontali di diversa natura, alberi, doppie altezze, elementi “tubolari” bianchi concorrono a formare un quadro che, grazie alla natura appare ogni giorno diverso.