concorsi

Ex-fonderie

2009 – Modena

Concorso di idee – trasformazione delle ex fonderie riunite di Modena in polo universitario e residenziale


 

 

Il progetto intende intervenire in modo organico sull’intera area. Per questo motivo la sistemazione degli spazi verdi, che si declinerà in modo diverso da caso a caso ma con una medesima logica, è elemento imprescindibile. Nel progetto infatti prendono forma tre grandi piastre verdi: due di queste fanno da basamento agli edifici residenziali e sono caratterizzate da un andamento non rettilineo ma curvo tendendo ad alzarsi in direzione della linea ferroviaria così da creare una vera e propria barriera acustica. Qui, dove il piano verde si innalza trovano posto gli spazi commerciali, tra pilastri, “cresciuti” in maniera piuttosto casuale, e le “vere” piante, che bucano il soffitto e si appropriano di aria e di sole. La terza piastra verde si trova all’interno del cortile delle fonderie: è una sorta di raddoppio della superficie del cortile che si poggia a terra attraverso un sistema di pilastri metallici inclinati tra loro in modo da formare un’altra “selva” di colonne intorno a sei aperture circolari di dimensione variabile. Le colonne si tingono di rosso, ricordando, in senso metaforico, il sacrificio, il sangue versato dai sei uomini per i loro e per i diritti di tutti i lavoratori. All’interno di questi veri e propri “recinti”, luoghi della memoria, che lasceranno passare non solo la luce, vi cresceranno alberi, si formerà una vasca d’acqua, ci sarà una scala per accedere al piano sovrastante. La sola idea di unire, di fondere tutte le funzioni e le attività del DAST in un unico luogo è già di per se interessante. La scelta poi di andarle ad insediare in un ex edificio industriale con una storia importante alle spalle sia per quanto riguarda la produzione industriale ma anche per quanto riguarda la storia sociale del lavoro, rende la progettazione ora, e la sua realizzazione in futuro, di interesse assoluto. La volontà è stata quella di preservare i caratteri essenziali dell’edificio, inserendo pochi elementi immediatamente riconoscibili. Due “tubi” di metallo: uno che dall’esterno cattura e sospinge all’interno del D.A.S.T. gli utenti e i visitatori ed uno che dall’interno del primo piano si proietta verso l’esterno. Allusione, nemmeno troppo velata, a ciò che era e ciò che si produceva in passato.